Flussi di Sergio Benvenuto

Le inammissibili verità del cuore (Realpolitik e valori)24/feb/2023


 

 

Molti dicono: “Ha voglia Giorgia Meloni di rinnegare il fascismo… Sappiamo che lei e i suoi votano ancora il culto a Mussolini e a tutto ciò che è fascista. Magari con la ragione avranno anche capito che il fascismo è stato fallimentare e orribile, ma col cuore… Non hanno rinnegato gli amori della loro gioventù.” Fa orrore l’idea di essere governati da persone che hanno il ritratto del duce magari sul loro comodino da letto.


Il punto è che un’immagine simmetrica ce l’hanno quelli di destra quando governa la sinistra. E’ vero che la sinistra che chiamerei “di sistema” da tempo ha rinnegato, e non per opportunismo, il comunismo, la rivoluzione d’Ottobre, il maoismo… Ma - dicono quelli di destra - il loro cuore resta comunista. Tanti della sinistra PD e moderata conservano in qualche tiretto le foto ingiallite di Lenin, Che Guevara o Mao, magari anche solo di Gorbachev. I loro occhi si inumidiscono quando si evoca la Rivoluzione russa o il 1968. La ragione è ormai anti-comunista, ma il cuore è bolscevico.
E in effetti anche la donna e l’uomo di sinistra sono lupi che cambiano solo il pelo. Sono spesso sorpreso quando, parlando con persone che votano per partiti alquanto moderati, queste dicono in confidenza come vedono il mondo: allora ecco riemergere, sotto il sottile strato superficiale della Realpolitik, le braci di una tipica fiamma di sinistra. Ovvero, profonda antipatia per gli Stati Uniti come super-potenza, interpretazione del conflitto palestinese-israeliano come conflitto cosmico Mondo povero versus Mondo ricco, apertura indiscriminata delle frontiere a qualsiasi immigrato, simpatia di fondo per la Cuba castrista e per il Venezuela di Maduro, simpatia tacita per il terrorismo islamico contro l’Occidente, ecc. Se per i fascisti il duce aveva sempre ragione, per la sinistra archetipica l’Occidente ha sempre torto, anche quando si muove per fermare un popolo di squartatori che mangiano i bambini…
E questo soprattutto quando si beve un bicchiere di vino in più. Che si sia liberisti, sovranisti o socialisti, di solito è a tavola, con l’aiutino dell’alcool, che si rivela il cuore politico delle persone. In vino veritas fidei. Prende voce l’inammissibile verità del cuore.

Eppure, una volta andati al governo, i partiti, anche di estrema sinistra o estrema destra, devono entrare nella logica della Realpolitik, ovvero dovranno fare quel che va fatto. La politica può poco, soprattutto dal punto di vista economico. Un paese, anche potente, dipende dalla rete mondiale degli scambi e dalla bilancia dei pagamenti. Tanto più l’Italia, legata mani e piedi alla strategia europea: può deviare poco dal tracciato. Lo si è ben visto con la fugace meteora della premier Liz Truss, punita subito dai mercati mondiali per aver prospettato una forte riduzione delle tasse in Gran Bretagna senza aver chiesto prima il permesso ai mercati, appunto… Oggi le vere superpotenze non sono né gli Stati Uniti né la Cina né altri, è l’Economia degli Scambi, le borse, i mercati dei titoli di stato... E certe filosofie dominanti nel mondo.
Per questa ragione chi va al governo raramente può realizzare il programma, per lo più demagogico, con cui aveva chiesto il voto. Se qualcuno volesse davvero applicare il proprio programma una volta al governo, finirebbe col fare come Hitler o Pol-Pot in Cambogia… Chi voglia andare dritto secondo i propri principi senza tener conto della complessità del reale, è destinato a creare immani disastri.
Per esempio, è evidente che l’opinione di destra oggi in Italia – come del resto quella di estrema sinistra – “comprende” Putin e di fatto simpatizza con lui, come Berlusconi e Salvini hanno proclamato ai quattro venti. Si tratta di una simpatia viscerale, dato che Putin di fatto incarna la figura del despota da loro vagheggiata: sostenitore dei vecchi valori conservatori, plebiscitato dal suo popolo, fomentatore del narcisismo nazionalista. Ma Meloni, una volta diventata premier, non può portare sulla scena internazionale questa simpatia della propria parte politica: la rete delle alleanze politiche, militari, economiche dell’Italia la costringe a fare l’atlantista leale, a benedire Zelensky e a denunciare Putin come nemico. Non può fare altrimenti. Anche se un leader del PD avrebbe svolto questa stessa parte con una sincerità molto maggiore. Si sa che l’elettorato in Italia più atlantista, più filo-ucraino, più filo-americano, più favorevole al riarmo, è proprio quello del PD.
Chi si sente di sinistra è convinto che il vero grande problema del giorno d’oggi sia l’aumento della disuguaglianza soprattutto economica. Chi è nella destra liberista, pensa che il vero grande problema sia l’invadenza dello stato con tasse troppo alte e con una burocrazia che lega le mani all’iniziativa privata. Chi è di destra-destra pensa che il vero grande problema sia il declino dei valori della religione, della patria über alles, e della famiglia tradizionale; e sogna un uomo o una donna forte che imponga questi valori. Di fatto, la sinistra quando va al potere non è capace di diminuire le diseguaglianze, che dipende da fattori troppo complessi perché basti un pacchetto di leggi. Quando i liberisti vanno al potere non riescono a minimizzare lo stato, perché questo è sempre più indispensabile per far funzionare il sistema di un paese. E la destra-destra quando va al potere non riesce a ripristinare la triade Dio-patria-famiglia perché la fede religiosa è in declino, le patrie con contano nulla nel sistema geopolitico e la libertà del costume ha disgregato la famiglia tradizionale. Chiunque va al potere insomma, prima o poi, è frustrato. Ed è frustrato chi lo ha votato, per cui lei o lui alle successive elezioni voterà i suoi avversari, e così il ciclo ricomincia.


Alla fin fine, che cosa allora separerà veramente, nei fatti, la destra dalla sinistra, i “conservatori” dai “progressisti”? Le questioni più o meno etiche che Foucault chiamò biopolitica: le regole che riguardano i nostri corpi. Se permettere a una donna di abortire o meno, se renderle più o meno accessibile la pillola, se riconoscere le coppie omosessuali, se dare la cittadinanza o meno a chi viene da altri paesi, se permettere la fecondazione eterologa, se legittimare l’eutanasia, e simili. E’ la regolazione dei corpi fisici quel che separa oggi sinistra e destra, non la loro regolazione reale, ma la loro inscrizione giuridica e simbolica. Su questi punti, la destra si trova in sintonia con la linea biopolitica della maggior parte delle chiese cristiane, mentre la sinistra – anche se comprende credenti – è in rotta di collisione con la morale biologica di queste chiese. E’ il corpo sessuato, il corpo vivo/morto, il corpo situato in un luogo piuttosto che in un altro, ciò su cui la politica sembra avere un impatto concreto. Ma per tutto quel che riguarda la vita politica in senso stretto – economia, polizia, forze armate e politica estera, amministrazione della giustizia – è per lo più il contesto a decidere. Ai politici non resta che conformarsi.


Sergio Benvenuto

 

 

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