Flussi di Sergio Benvenuto

GUERRA FREDDA, GUERRA CALDA. “L’America rovina l’Europa!”27/feb/2023


 



Una teoria rampante si fa strada in Italia – nel paese europeo più filo-russo dopo la Germania, secondo i sondaggi – attraverso media, social, sparate da bar… La teoria secondo cui la guerra ucraino-russa serve agli Stati Uniti per ‘fregare’ l’Europa, che è la vera vittima della nuova guerra caldo-fredda. Mi chiedo da dove possa venire un’idea del genere. Nessun dato la giustifica.
Se guardiamo alla spesa militare dei paesi “occidentali” (ci metto le virgolette perché ormai includiamo nell’Occidente paesi come il Giappone, Taiwan e l’Australia…) per sostenere l’Ucraina, questa spesa riguarda soprattutto gli Stati Uniti, e secondariamente la Gran Bretagna (bisogna vedere se questi pensatori includono l’UK nell’Europa), molto meno i paesi dell’UE. I paesi dell’Unione Europea danno all’Ucraina armi al contagocce, la maggior parte del costo è anglo-americano. E difatti l’opinione pubblica republican in America pensa sempre più che “l’Ucraina riceve troppe armi da noi”, sarebbe ora di smetterla. Basti pensare che l’Unione Europea spende per la difesa solo il 2% del proprio PIL (l’Italia l’1,6% del PIL), mentre gli USA spendono il 3,7% e la Russia il 4,3% del proprio PIL (dati dello Stockholm International Peace Research Institute). Per oltre 70 anni i paesi europei hanno goduto della pace grazie all’ombrello militare americano via NATO, anche se qualcuno dice, per usare un linguaggio meloniano, che la pacchia è finita. Ma l’aumento delle spese miliari non avviene per una decisione americana, bensì per la decisione putiniana di minacciarci.
Le guerre in cui i paesi europei si sono coinvolti dal 1945 in poi sono state per lo più guerre dovute a residui coloniali, come la guerra anglo-francese per il canale di Suez nel 1956, le guerre francesi in Indocina (1946-1954) e in Algeria (1954-1962), la guerra britannica per le Falkland (1982), le guerre coloniali portoghesi in Angola, Guinea-Bissau e Mozambico (1961-1974). Una volta liquidate le loro colonie, i paesi europei sono entrati in una lunga era di pace, mentre gli Stati Uniti sono passati da una guerra all’altra. Gli europei hanno partecipato solo alla breve Guerra del Golfo (1991) e alla lunghissima guerra in Afghanistan (2003-2021), che sono state però sostenute essenzialmente dagli Stati Uniti. Noi europei abbiamo fatto le comparse.
I paesi dell’Est europeo che si trovano confinanti con la Russia putiniana non si sentono affatto “fregati” dall’America, anzi, si sentono ben difesi dallo scudo americano. Quelli che temono di più sono i paesi confinanti la Russia senza questo scudo, come la Moldavia e la Georgia. Per i paesi baltici, la Polonia, la Romania, la NATO è una benedizione, perché garantisce loro una difesa a basso costo. Tutti questi europei si sentono minacciati da Putin, non da Biden.
Quanto ai paesi dell’Europa occidentale, in che senso essi sarebbero i più danneggiati dalla guerra ucraina? E’ vero che alcuni paesi europei, come Germania e Italia, avevano scelto di essere del tutto dipendenti dal gas e petrolio russi (molto meno i paesi europei che usufruiscono del petrolio del mare del Nord). Ma bisogna riconoscere che nel giro di meno di un anno questi paesi sono stati capaci di districarsi in gran parte da questa dipendenza. Non mi risulta che in questo inverno milioni di italiani e tedeschi soffrano il freddo per mancanza di riscaldamento o che debbano rinunciare all’auto per i costi proibitivi del gasolio… Sono gli ucraini a soffrire il freddo e la penuria di elettricità... Sono loro, gli ucraini, a pagare da soli il vero costo della guerra.
Anzi, la necessità di diversificare le fonti energetiche ha avuto un effetto positivo: l’accelerazione del processo di conversione alle energie verdi. Spesso le catastrofi producono effetti collaterali positivi. Così il lockdown per coronavirus ha accelerato il passaggio al remote work e in genere alla comunicazione virtuale, che porta a un formidabile risparmio di danaro e di tempo. Mai la mia vita è stata così sociale come dopo il 2020, grazie a piattaforme tipo Zoom e simili. Analogamente, la necessità di emanciparsi dalla dipendenza dal gas e petrolio russi ha portato a un boom della conversione ecologica dei nostri paesi. Il sole come fonte d’energia ha un grande vantaggio politico: che non appartiene a nessuno stato.
La guerra in Ucraina non porterà nemmeno a una recessione economica in Europa, come molti temevano. Del resto la recessione non sarebbe dovuta direttamente al nostro appoggio all’Ucraina, ma a fattori più complessi, come accade con qualsiasi recessione. La vera minaccia per l’Occidente non è la guerra in Ucraina – esclusi ovviamente gli ucraini stessi – ma il peggioramento delle relazioni con la Cina, che è la fabbrica del mondo. Se i prodotti tecnologici ed elettronici sono così a buon mercato, è perché sono in gran parte prodotti in Cina e a Taiwan. Ma questa minaccia vale per gli Stati Uniti come per l’Europa.
Alcuni dicono: i paesi europei sono geograficamente vicini alla Russia, se si giungesse alla guerra atomica sarebbero i primi a essere colpiti. In verità, Russia e Stati Uniti sono quasi confinanti attraverso lo stretto di Behring, la Russia potrebbe facilmente lanciare missili sull’Alaska. In ogni caso, se Putin giungesse al suicidio atomico, il suo obiettivo primario sarebbero gli Stati Uniti, ovviamente, non l’Europa occidentale. I suoi missili sono in grado di raggiungere gli Stati Uniti. L’unica potenza nucleare dell’UE è la Francia, che non ha però il target principale di Putin. Quando nel 1962 ci fu la crisi dei missili di Cuba, gli americani si sentirono tutti molto vicini alla guerra nucleare, già si aspettavano di dover andare nei rifugi anti-atomici, non gli europei. Ricordo bene il 1962: ben pochi italiani temevano di essere bombardati dai sovietici. La cosa ci appariva come una faccenda russo-americana.
Insomma, l’idea che la guerra in Ucraina danneggi soprattutto l’Europa – anzi, dicono i complottisti, questa guerra è stata voluta dall’America per distruggere l’Europa! – è del tutto irrazionale, infondata. Perché allora essa attrae tanti, anche con titoli di studio superiori?
Alla base, credo, c’è un forte presupposto anti-americano, comune sia all’estrema sinistra che all’estrema destra. L’anti-americanismo è un riflesso del fatto che effettivamente gli Stati Uniti sono tra i paesi più ricchi del mondo (i paesi europei del Nord sono però ancora più ricchi degli USA), il più potente militarmente, potentissimo economicamente e culturalmente. Questi stessi che vivono in modo persecutorio la politica americana poi leggono romanzi americani, vedono film americani, ascoltano musica americana, leggono libri scientifici in inglese, conoscono l’inglese… e proprio per questo, perché devono riconoscere di essere loro stessi del tutto americanizzati, odiano il paese che li ha “alienati”. Certo anche la Cina è un paese molto potente, ma non gode della stessa ostilità di cui godono gli Stati Uniti. La Cina è l’Altro dal nostro punto di vista: non è il fratello maggiore potente come gli Stati Uniti lo sono per noi, è il fratello maggiore potente degli altri. Una certa mentalità narcisistica ci porta a essere sempre contro “i nostri” e a essere dalla parte degli “altri”. Così si penserà che l’”Occidente” ha sempre torto, qualunque cosa faccia, anche se attacca una banda di assassini di bambini… Ho parlato con varie persone sia di sinistra che di estrema destra nel 2001: la loro simpatia andava tutta all’Altro, a Osama bin Laden. L’America è quel nostro doppio maggiorato che detestiamo proprio perché è il nostro doppio, e ci perseguita proprio in quanto nostro doppio, come avveniva per il William Wilson di E.A. Poe. L’America, per costoro, è l’auto-persecutore.

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